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Vecchio Randagio
Il mio cuore non riesce a trovar pace nella frustrazione,
nell’incapacità e nell’impossibilità di porre rimedio,
di dare conforto e sollievo, di fronte alla sofferenza
ed alla malattia di un’anima indifesa, che chiede un aiuto
muto e discreto, per me cosi lampante!
Vecchio randagio, sento il tuo respiro sempre più ansante
ad ogni passo, come se l’aria, la vita che giunge all’interno
del tuo fragile corpo, fosse sempre troppo poca per sopravvivere,
ed anche respirare diventa, per te, estenuante.
Vedo il tuo volto segnato dalla malattia, marcire, imputridire e
sanguinare; piaghe troppo estese per guarire, destinate,
irrimediabilmente, ad espandersi, a sfigurare il tuo bell’aspetto di
un tempo, trasformandoti in una mostruosa maschera di
sofferenza…solo brandelli di ciò che eri.
Vedo il tuo sguardo, non più vivace, non più curioso, non più
malizioso, velato di bianco.
I tuoi dolci occhi mi guardano ancora, anche se non mi vedono più.
Percepisco i tuoi arti cedere e incespicare, incapaci di sopportare oltre
il peso degli anni passati in solitudine, soffrendo umiliazioni
e convivendo con la crudeltà dell’abbandono.
Indebolito dalla cattiveria, dalla stupidità e dall’egoismo
di quell’uomo che tanto adoravi e veneravi.
Prosciugato ed inaridito dalla fame e dal freddo,
privato di quell’amore che tanto hai sospirato e ti è stato negato,
tradito nella fiducia, usato, gettato via e poi dimenticato.
Vorrei trovare un balsamo in grado di alleviare tutto il male
che l’uomo ti ha fatto, poterti ridare gli anni
che hai passato nella gabbia del canile, aspettando il suo ritorno.
Permetterti di vivere un’esistenza dignitosa e lieta,
restituirti il rispetto di te stesso per invecchiare sentendoti al
sicuro e, più d’ogni altra cosa, amato.
L’uomo ti ha tolto tutto, tranne quell’amore immeritato
che tu, ancora, tieni in serbo per lui
…nonostante tutto il male
…nonostante tutto.
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