Importante! Domani, Presidio contro il Rifugio Parrelli

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  1. hulktequila
     
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    Importante! Domani, Presidio contro il Rifugio Parrelli


    Oipa_Sezione_Roma
    <[email protected]>
    Oggetto: [listaroma] Presidio contro il Rifugio Parrelli
    A: [email protected]
    Data: Giovedì 30 settembre 2010, 22:03

    Questo sabato, 2 ottobre 2010, partecipa al presidio contro il tristemente noto "Rifugio Parrelli". Vi invitiamo a parteciparvi: il presidio si terrà a Via di valle bagnata 8 (traversa di Via Prenestina), dalle h. 9,00 alle h. 15,00. L'obbiettivo è attirare l'attenzione pubblica e in particolar modo delle istituzioni locali su un canile oggetto di dozzine di denunce, risultato in aperta violazione delle normative vigenti da sopralluoghi di ASL, UDA e carabinieri. Chiederemo di entrare nella struttura per esaminare coi nostri occhi le effettive condizioni strutturali e igienico sanitarie degli animali, e chiederemo alle istituzioni un'indagine definitiva sulle attività illecite denunciate, e dei provvedimenti immediati per la salvaguardia degli animali presenti.
    Il rifugio haattraversato indenne i marosi dell'avvicendarsi di ogni giunta, ha superato tranquillamente il comma 4. art. 18 della LRL 24 del 97 ( "entro 24 mesi dalla data di entrata di vigore della legge i canili privati o quelli gestiti da associazioni [...] non conformi alle norme igienico-sanitarie ed urbanistiche, devono essere chiusi"). Ha superato brillantemente anche un blitz dei NAS che rinvenirono decine di cadaveri di cani e ...gatti incellophanati nei cassonetti di zona e all'interno dei locali del canile, condizioni igienico-sanitarie indegne e decine di animali in condizioni disperate. Il canile fu chiuso per alcuni giorni, ebbe l'interdetto ad accettare altri animali nel futuro, ma a tutt' oggi, e' lì con le sue strutture fetenti e fatiscenti, ad assolvere probabilmente - benche' nessuno dei nostri amministratori abbia il coraggio di ammetterlo e denunciarlo pubblicamente - la funzione di PRINCIPALE bacino di entrata e di smistamento dei randagi (cani e gatti) a Roma e provincia. Decine di animalisti si sono schiantati contro i cancelli invalicabili del Parrelli. Uno di loro, dopo essersi battuto per anni, aver perso denaro, salute, aver subito minacce, querele e ritorsioni, ha consegnato un fascicolo alto quanto un mattone riguardante anni di abusi, nelle mani di un magistrato. Ma il fascicolo giace nel cassetto. Una nota associazione animalista nazionale ha a sua volta un dossier nutrito sugli abusi del Parrelli con cui ha invocato vari interventi, ma tutto tace. Gli animali reclusi nel Parrelli sono condannati ad una condizione indegna del loro status di esseri senzienti, sottoposti ad un trattamento inadeguato: malati, denutriti, alcuni agonizzanti, in pessime condizioni ambientali, igieniche e sanitarie, ovvero sottoposti a maltrattamenti fisici e psicologici continuati. La struttura del rifugio non rispetta alcuna prassi di trasparenza e controllo sugli animali raccolti. Non sono censiti, registrati, neppure muniti di alcun segno di riconoscimento, e non e' dato in alcun modo risalire a quanti e quali animali entrino, escano, muoiano quotidianamente all'interno di quella struttura. In decine di casi, animali che per certo erano stati condotti in quel rifugio non sono stati piu' ritrovati all'interno della struttura, sono cioè SCOMPARSI, senza che la responsabile, interpellata a proposito, abbia mai voluto o potuto in alcun modo darne specificatamente conto. Nel rifugio viene accolto qualsiasi animale, senza verificarne la provenienza, compresi cani e gatti di proprietà, lì abbandonati illecitamente dai loro stessi proprietari, o gatti liberi, deportati indebitamente dalle loro colonie abituali, in aperta violazione degli articoli 11 e 15 della Legge Regionale 34/1997, dell'art.2 della Legge Nazionale 281/1991. Al contrario di quanto dichiarato pubblicamente negli avvisi, il rifugio non ha mai attivato alcun sistema di adozione e anzi, una volta introdotti nel rifugio, cani e gatti non vengono piu' restituiti se non in casi del tutto eccezionali e a completa quanto arbitraria discrezionalità della proprietaria. A fronte di tale ingiustificato diniego a che gli animali escano dal rifugio, non esiste un tetto massimo per l'accoglienza, ne' e' posto alcun limite al numero di animali che possono permanere nella struttura. Soprattutto a questo e' dovuta la triste "fortuna" del luogo: avete un animale da "rottamare"? Niente paura. Al Parrelli prendono di tutto di piu', senza limiti, e non dicono mai di no. E voi vi lavate la coscienza con poco, illudendovi ipocritamente di non aver abbandonato il povero animale ad una sorta orribile quanto l'essere falciato da un' auto in corsa. Contrariamente a quanto dichiarato negli avvisi, risulta impossibile, sia a privati cittadini sia a rappresentanti di associazioni animaliste e protezionistiche, seppure negli orari pubblicizzati quali orari delle visite, entrare nel rifugio per visitare gli animali. Gli animali lì reclusi non sono sottoposti a sterilizzazione, né ad interventi sistematici di vaccinazione, profilassi e cura, cosa, quest' ultima, confermata dai medici veterinari che hanno avuto in cura alcuni animali prelevati nel rifugio. Come accade spesso in luoghi del genere, il controllo demografico sembra affidato prevalentemente alla selezione naturale e ad uno stato di malattie endemiche costante: gli animali piu' deboli, i piu' vecchi o malati sono tristemente lasciati alla loro sorte, spesso agonizzanti a lungo. Luoghi come questi, a Roma SERVONO. Ad assorbire malamente e con tutti i mezzi possibili un numero troppo elevato ed altrimenti ingestibile di randagi. Servono, e dunque per questo si chiudano uno, due occhi. Balena l'idea che vi sia un patto tacito e scellerato tra gli amministratori inadempienti e strutture di questo tipo, persino ben al di la' delle convenzioni - che pure sono pessime - per continuare a sterminare subdolamente (nei lager si muore di tristezza, di mali incurabili, di epidemie, di disperazione, di sbranamenti,di maltrattamenti, o chissa', di vile mano umana o di deportazioni verso destinazioni ignote, di soluzioni finali) ben al di la' e al di fuori del dettato della legge che aveva abolito una volta per sempre - ci illudevamo - le camere a gas.



    Francesca Lavarini
    Responsabile OIPA ITALIA Onlus
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